Siamo al punto di arrivo della quaresima: la contemplazione di Gesù, chicco di grano che muore portando frutto abbondante; Egli così dà origine ad un raccolto sovrabbondante e ci invita a condividere la sua stessa vita, anzi ci conduce con sè: “dove sono io, là sarà anche il mio servo”.
Il percorso quaresimale giunge a maturazione nella croce, che cattura i nostri sguardi e il nostro cuore di credenti; con nettezza la parola di Gesù ci ricorda che dalla morte è scaturita la vita, dall’umiliazione della croce la gloria della risurrezione.
Il nostro desiderio di vedere Gesù deve trasformarsi in fede; Gesù vuole che noi crediamo in lui, cioè che accettiamo la logica paradossale che emerge dalla sua morte e risurrezione; per vincere la morte Gesù si lascia inghiottire da essa. Paradossalmente però l’ora della croce diviene l’ora della gloria. Solo l’immagine del chicco di grano, che nel grembo della terra marcisce per portare molto frutto, può essere in qualche modo di aiuto ai nostri smarrimenti, alle nostre incredulità.
Il seme deve conoscere la morte per far nascere una nuova vita; a vederlo marcire sembra che tutto finisca, che giunge il fallimento più completo. Ma non è così, ci dice il Signore Gesù; questo è solo un passaggio della storia, certo il più terribile e doloroso, ma non l’ultimo. Paradossalmente, proprio da ciò che marcisce e sembra irrimediabilmente perduto, nasce la vita ed un frutto abbondante, insperato. Attraverso il passaggio stretto e doloroso della morte Gesù giunge alla risurrezione e alla gloria; e offre salvezza a tutti quelli che credono in lui.
Anche il discepolo deve perdere la sua vita, se vuole trovare la vita eterna; anche lui è chiamato a spezzare la sua esistenza, se desidera vederla trasfigurata dalla bontà di Dio. È per noi percorribile questa strada, o è al di sopra delle nostre forze? Quando ci assale l’angoscia, lo smarrimento, la paura come non soccombere alla tentazione e all’inquietudine di non voler perdere la vita nell’insuccesso?
Nessuno può affrontare la croce e la morte, se non è sorretto da una fiducia incrollabile in Dio, se non è disposto ad abbandonarsi a Lui, certo di essere in buone mani. Anche Gesù ha attraversato questo turbamento, vicino ai nostri dubbi e alle nostre paure; ma in lui più forte della paura è l’incrollabile fiducia nel Padre, un Padre che non abbandona il suo Figlio nelle mani della morte.
Solo una fede grande nell’essere amato da Dio permette al discepolo di affrontare i momenti oscuri in cui è chiamato a morire all’egoismo, alle sue sicurezze, ai suoi progetti. È discepolo soltanto colui che crede e segue Gesù nel dono di sé per amore; non c’è altra strada per vivere da cristiano.
Solo Dio può creare il nuovo e strappare le nostre esistenze al male antico del peccato; solo Dio può trasformare radicalmente la nostra vita. “Per quanto l’uomo possa cadere in basso, non potrà mai cadere al di sotto della misericordia di Dio” (W. Kasper).
Per vedere Gesù occorre essere inseriti nel suo mistero di amore, essere suoi servi, stare dov’è lui, condividere la sua piena adesione alla volontà del Padre.
L’umanità nuova riparte da chi sa stare accanto al crocifisso, e aspetta tre giorni per risorgere con lui.
PREGHIERA
Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione
la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.
Prefazio
La settimana in parrocchia
22 Domenica ore 20.00: VIA CRUCIS cittadina a partire da S. Rocco
24 Martedì ore 20.00: ESERCIZI SPIRITUALI ADULTI
a S. Giuseppe (fino a giovedì 26 marzo)
27 Venerdì ore18.00: Via crucis e S. Messa
ore 20.00: LITURGIA PENITENZIALE a San Giuseppe
29 Domenica delle PALME
ore 10.15: Benedizione Palme al Purgatorio
a seguire Processione e S. Messa a S. Rocco
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