Ultima delle solennità del tempo di Natale, la festa del Battesimo del Signore segna anche il percorso delle prime domeniche del Tempo ordinario. Il Bambino che ci è stato donato è venuto per realizzare il progetto di Dio, il Padre suo; ha un messaggio da proclamare, un lieto annuncio che vuole cambia la vita di tutti quelli che, uomini e donne, l’ac-coglieranno. La sua parola verrà resa efficace da gesti di bontà e di liberazione, di guarigione e di perdono. Questi i tratti essenziali della sua vita e della sua mis-sione, che lo porterà a dire l'amo-re totale di Dio per noi fino alla morte sulla croce.
Non possiamo fermarci al Natale, bisogna andare oltre; bisognerà spingersi ad una sequela rinnovata della Parola di vita, lasciandosi illuminare dalla Luce che vince le nostre tenebre fino a cambiare strada, fino a coinvolgersi in una comunione di vita e di destino col figlio di Dio.
Questo Gesù da accogliere non corrisponde spesso alle nostre immagini, va al di là delle nostre attese; Egli ci sorprende, talora ci scomoda perché la sua parola è esigente. Un Gesù che non si accontenta di un po' di commozione passeggera, magari in prossimità del Natale; Egli desidera entrare nella nostra esistenza per trasformarla.
Dalle acque del Giordano esce questo Messia, che realizza il disegno di Dio; lì al Giordano si aprono i cieli e la voce rivela/manifesta l'identità profonda di colui che siamo chiamati a seguire perché il Salvatore della nostra vita: Egli è il Figlio nel quale il Padre, Dio, si compiace.
Il tempo di Avvento è stato il grido e l'invocazione del Giusto: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Is 63,19); ora la preghiera è stata esaudita, trova risposta in Gesù, il Figlio amato nel quale il Padre ha posto tutto il suo compiacimento; questo è anche l’annunzio di salvezza per gli uomini di tutte le generazioni. L'umanità intera ormai può confidare nella presenza salvifica dell’Emmanuele che definitivamente ha “squarciato i cieli” per camminare con l'uomo.
Questa è l'avventura della fede, l'esperienza della gioia e della pace autentiche, cantate a Natale e offerte a chiunque si lascia amare da Dio e si colloca sul suo orizzonte di pensiero e di cuore.
Gesù al Giordano ci rivela il volto di un Dio tra gli uomini. Il dono del Battesimo, che a noi è stato regalato, ci immerge nella storia con la speranza di una terra nuova e ci immerge in Dio per scorgere tra gli uomini la sua presenza: un Dio vicino e sempre eccedente, che illumina ogni cosa e che sfugge lasciando solo tracce; forte perché vince la morte e debole perché distrutto dalla croce; è il paradosso cristiano, di Gesù e dei suoi discepoli.
Il cielo è aperto, il Verbo di Dio è disceso tra di noi, le strade del nuovo sono aperte, le acque del Giordano purificano e rinnovano, Giovanni indica tra di noi Colui che ancora non conosciamo…
Fidiamoci di Dio, fidiamoci di Gesù e con Maria e Giuseppe, con i Magi e i pastori, con Giovanni il Battezzatore e con le miriadi di fratelli che hanno dato ascolto al Vangelo mettiamoci sulla buona strada e scopriremo la gioia di essere figli amati.
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