E venne il giorno di aprire le braccia, di incatenare la morte alla croce: durante una cena, il Figlio dell’Uomo ai peccatori consegna se stesso «Ecco il mio corpo, prendete e mangiate. ecco il mio sangue, prendete e bevete. Perché la mia morte vi sia ricordata farete questo finché io ritorni». Ormai non temiamo la sete o la fame: si fa nostra carne il corpo di Cristo, e quando portiamo la coppa alle labbra sentiamo il gusto d’un mondo che è nuovo. (D. Rimaud, Gli alberi nel mare, Elledici, 1977, p. 41) |