Ancora sul monte. La parola di Dio ci conduce ancora sul monte a celebrare come popolo l'alleanza con il Signore. Egli è il Dio forte che con mano potente e con amore grande ci ha liberati dalle schiavitù dell’Egitto, dagli idoli falsi delle nostre presunte salvezze; ci ha fatto oltrepassare il mare delle nostre abitudini e delle nostre pigrizie per condurci nella terra buona della vita e dell’amore, della libertà.
Ma la libertà costa, impegna ed è esigente. Proprio per difendere la nostra libertà, dal monte santo Dio ci fa giungere le sue dieci parole, parole scritte col fuoco, parole di vita, parole di libertà.
“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù”. Per vivere davanti e con questo Dio della libertà il credente si impegna ad osservare le dieci parole, a vivere i comandamenti come il culto della vita vissuta alla luce di Dio.
Questa settimana di quaresima ci fa incontrare con le dieci parole di vita donate da Dio ad Israele dopo che la sua misericordia lo ha liberato dalla schiavitù. Questo legame intimo con la salvezza dà ai comandamenti non il peso di un comando arbitrario di un potente nei confronti di un subalterno, ma la richiesta di un Padre che vuole il bene dei figli e che propone, indica la via della via e quella della morte. Sta a noi scegliere, sta a noi preferire la strada del bene.
Le due tavole della Legge, l’una riguardante il rapporto dell’uomo con Dio e l’altra il rapporto dell’uomo con il proprio prossimo, ci sono ora consegnate da Gesù Cristo, il nuovo Mosè, che ce le ha consegnate dopo averle attuate nella sua esistenza. Questa consegna avviene dalla sua croce, luogo di salvezza e di riscatto per tutta l’umanità; la croce è anche il luogo della fedeltà e dell’impegno di Gesù nel vivere di Dio e del suo vivere per noi.
È sempre in agguato in noi la tentazione di volerci salvarci senza Dio, di scambiare il divino col prodigioso, di imprigionare la forza di Dio coi nostri gesti divinatori o formule miracolistiche; ma Dio non è in questo mondo; è sempre presente in noi la tentazione di volerci spiegare tutto e comprendere tutto con le sole nostre forze; ma Dio non è in questa umana sapienza.
Gesù, con un gesto inusuale, scaccia i venditori dal tempio; è un gesto profetico che richiama la sua missione e la sua autorità: Egli è il figlio che richiede la santità per la casa del padre suo. Dio, continua a dirci Gesù, ora abita un tempio particolare, abita nel suo figlio, nel tempio vivo del suo corpo, distrutto dalla morte ma riedificato dalla potenza di Dio con la resurrezione. È Lui il tempio vivo, scartato e distrutto dagli uomini, ma reso santo dalla presenza di Dio.
Gesù scaccia dal tempio di Gerusalemme venditori e cambiavalute, mercanti e commercianti. La salvezza non è il frutto di una compravendita con Dio; il culto autentico non è l’offerta di sacrifici a Dio per averne un tornaconto. È invece un gesto di amore, una risposta all’amore con Dio ci ha amati nel suo figlio Gesù, che ha dato la vita per noi: Egli ci ha amati fino a morire. Questo atto di culto totale e definitivo richiede cuori pronti a penetrare in questo sacrificio con la fede, con la fiducia totale di chi volendo incontrare Dio lo incontra in Cristo Gesù, nella sua morte e resurrezione, nella sua parola di vita, nel suo corpo dolente e crocifisso nelle pene e nelle sofferenze dell’umanità.
Giungeremo a vivere questo culto nuovo, questa liturgia pasquale quando comprendiamo la croce non come dolore che mortifica e annienta, ma come amore che salva; quando sperimentiamo che la misura dell’amore è amare senza misura.
Il vero tempio, il luogo unico della presenza salvifica di Dio tra noi, è dunque il Cristo morto e risorto; questo è il significato del commento del vangelo: “egli parlava del tempio del suo corpo”.
Cristo è la nuova legge, colui che ha sancito l’alleanza definitiva tra Dio e gli uomini versando il proprio sangue sulla croce; il corpo di Cristo morto e risorto è il centro del nuovo culto e il tempio della nuova alleanza; è il luogo della presenza definitiva di Dio in mezzo a gli uomini. È in Lui che possiamo fare un'autentica esperienza di Dio ed è inLui che possiamo fare un'autentica esperienza di fraternità. Il tempio dunque è Gesù stesso, la sua persona crocifissa e risorta.
Ecco la novità grande: il luogo dove Dio si fa presente e dove l'uomo può incontrare Dio, è Gesù, ilcrocifisso vivente. È un tempio dove non c'è mercato, ma gratuità e grazia; Gesù infattivive col Padre e con i suoi fratelli non la logica mercantile del dare peravere, ma la gratuità e la libertà dell'amore autentico. La passione – e il termine deve essere inteso sia in senso materiale che emotivo – diGesù per la casa di Dio si è espressa soffrendo, morendo e risuscitando. Egli hacostruito la nuova casa di Dio, il tempio nuovo e indistruttibile. D'ora in poi si avrà accesso al Padre "in Cristo", stando in lui come in un tempio.
Ed ecco il nostro impegno: entrare nel tempio di Dio, lasciandosi animare dallo Spirito di Gesù, Spirito di amore gratuito per Dio e per i fratelli.
Cacciamo i mercanti dal tempio, rifiutando quelle forme di religiosità ambigue ed egoistiche per incontrare il Dio della libertà e dell’amore nel tempio vivo che è Cristo Signore.
Siamo ormai nel cuore della Quaresima Bisogna cacciare mercanti e mercanzie, Per sempre dunque in questo tempio Caccia i mercanti e dammi accesso a questo tempio, |