IV quaresima 2015 logo

 

Il segno della croce è la cifra di questa IV domenica di Quaresima, assieme all’invito alla gioia. È Gesù stesso a provocare questa riflessione. Egli richiama l’immagine biblica del serpente innalzato nel deserto da Mosè; chiunque lo guardava era guarito dai morsi dei serpenti velenosi. Già perché il morso del male uccide, non esiste antidoto che possa liberare il cuore dell’uomo dalla forza distruttrice del peccato, del male, dell’illusione di voler realizzare il proprio destino con le sole proprie forze, escludendo Dio e gli altri dalla propria vita.

Da queste malattie mortali solo uno sguardo diverso, fondato sulla fiducia di un amore più grande può liberarci e guarirci.

Per l’evangelista Giovanni quel serpente era una profezia di Cristo crocifisso; chiunque sa guardarlo con fede e con amore potrà ottenere il dono della salvezza.

Come sempre la parola del vangelo è un paradosso: mentre la croce di Gesù e la sua morte hanno il senso della sconfitta e della morte, dell’umiliazione e del fallimento, per Gesù la croce è esaltazione, luogo in cui si manifesta in pienezza la disponibilità totale di Dio ad amarci, ad amare ogni uomo che sa guardare la propria vita e la propria storia dalla prospettiva dell’amore e della speranza.

Gesù, appeso al legno, è stato innalzato da terra; glorificato. Guardare la croce è credere in Lui, nel Signore che la vince amando; guardare la croce è lasciarsi amare da lui.

Così Dio ha voluto imprimere luce nelle ferite del cuore dell’uomo; per venire alla luce, per rinascere, dobbiamo alzare lo sguardo verso il Signore crocifisso, staccare lo sguardo da tutto ciò che continua a rinchiuderci nel buio del cuore e fissarlo su di Lui.

Allora il morso del serpente, che fa sanguinare le ferite della nostra vita, viene vinto; perché chi ha lasciato imprimere la croce nel suo cuore potrà capire le croci degli altri, potrà accostarsi con tenerezza ai dolori dei suoi fratelli.

La croce non fa più paura, perché non è solo legno della sofferenza e della morte, del dolore e della solitudine, ma è il legno toccato dalla presenza di Dio, che ha reso capace la croce di fiorire e di maturare frutti di salvezza e di amore.

La croce apre lo spazio della gratuità e del dono, che è lo spazio vero della vita per Dio e per l’uomo.

Questo innalzamento del Figlio dell’uomo è il segno che Dio ha tanto amato il mondo, questa nostra umanità, da dargli in dono il Figlio unico, cioè se stesso. Lo ha donato inviandolo nel mondo, quale Figlio diventato uomo tra gli uomini, non per giudicare il mondo, ma per salvare il mondo, perché Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati; non vuole condannare il mondo ma vuole che tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

Di questo annunzio pasquale oggi gioisce la Chiesa e il credente, tanto da prendere la propria croce e seguire la strade di Gesù.

Ma il mondo saprà lasciarsi amare? O avrà paura di perdere le proprie certezze, di dover abbattere i muri e le barriere che danno senso di protezione controllabile, avrà paura di vedere svalutati tutti i beni inutili illusoriamente accumulati?


PREGHIERA

Rendimi, o Signore Dio mio, obbediente senza ribellione

povero senza avvilimenti, casto senza decadimento,

paziente senza mormorazione, umile senza finzione,

allegro senza ilarità, maturo senza pesantezza,

agile senza leggerezza, timoroso di Te senza disperazione,

veritiero senza doppiezza, operatore di bene senza presunzione,

capace di correggere il prossimo senza asprezza

e di edificarlo con la parola e con l’esempio, senza ipocrisia.

                                                            San Tommaso d’Aquino

 

 

La settimana in parrocchia

17    Martedì - ore 20,00: Cammino di preparazione al matrimonio

18    Mercoledì - ore 17,00: Incontro Donne ACI

19    Giovedì - Festa di San Giuseppe

        ore 19,30: In ascolto della Parola

20    Venerdì - ore 16,00: Catechismo - Via crucis ragazzi

         ore18.00: Via crucis e S. Messa

21    Sabato - ore 16,00: Catechismo - Incontro Giovani e Giovanissimi

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