Prima Domenica di Quaresima

Forti nella prova

 

La Quaresima è il tempo opportuno, il tempo di grazia, per verificare il desiderio di andare dietro a Gesù, dell’essere suo discepolo, del bisogno di fare pasqua con Lui. Una verifica per dare più spazio alla grazia e alla parola del Signore. Sono queste, infatti, a convertire la nostra vita alla fedeltà verso Dio e, in fondo anche verso noi stessi.

 Gesù è stato fedele a Dio, a se stesso e a noi, nonostante le tentazioni, nonostante le difficoltà, nonostante pesino la morte.

 Anche Gesù è stato tentato, come ciascuno di noi; è stato tentato nel deserto, dopo il battesimo, in quel tempo di ricerca per intraprendere la strada del Messia, la strada per insegnare agli uomini la libertà del cuore e la gioia di essere figli di Dio. Il tentatore, la tentazione è ogni cosa o pensiero che ci separa da Dio; cedere alla tentazione o cadere nel peccato è ‘isolarsi’, dunque distruggersi. Se ripercorriamo la storia del nostro vissuto, ci accorgiamo del deserto che abbiamo costruito attorno a noi proprio perché, cedendo alla tentazione, ci siamo isolati da Dio e dagli altri. Così esortava Benedetto XVI:

In questi decenni è avanzata una ‘desertificazione» spirituale’ … lo vediamo ogni giorno intorno a noi. È il vuoto che si è diffuso. Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza" (Benedetto XVI, 11 ottobre 2012).

 Questa desertificazione cresce se non torniamo a dare allo Spirito di Dio la consistenza della realtà e dell’attualità. Egli agisce nell’oggi della nostra vita, ci trasforma nell’intimo, ci spinge e ci fortifica rendendoci capaci di vivere.

 Lasciarsi guidare dallo Spirito è l’espressione che sintetizza la vita di Gesù e del cristiano; seguire lo Spirito è dare ascolto alla Parola di Dio, darle corpo nelle scelte quotidiane. Ancorarsi alla Parola significa coglierla come viva e significativa, parola che riempie il cuore e che ritorna sulle labbra, unificando pensieri ed azioni, cuore ed eventi, il pensare e l’operare.

 Gesù è unito alla volontà di Dio, espressa dalla Parola; così ha vinto il ‘separatore’, ‘il diavolo’; ma Gesù è anche unito a noi uomini, con cui condivide la condizione umana, la fragilità, la tentazione, ma anche il desiderio del volto di Dio, di una vita felice nell’amore.

 La forza che ci viene dalla Parola di Dio è più forte della tentazione, della voce del ‘separatore’. Svincolarsi da Dio, decidere della propria vita senza fidarsi dello Spirito, questa è la tentazione che sottende a tutte le altre. La tentazione è scelta tra due amori: la seduzione di un mondo secondo noi stessi, e l’attrattiva di un mondo come Dio l’ha creato.

 Perciò questa battaglia è continua nel nostro cuore, perciò ‘convertirsi’, è volgere il cuore a Dio, lasciarsi Amare dall’Amore. Amare cose da niente ci annulla; cercare e amare l’amore ci rende liberi e felici.

 A questa Pasqua vuole condurci lo Spirito del Signore Gesù. Seguiamolo e nel deserto del vivere ci aprirà una via di salvezza, di rinascita. La grazia di Dio mi fa rinascere, vengo rifatto dal Signore nella profondità del mio essere. Ed io entro in questo processo del rinascere, mi lascio trasformare, rinnovare, rigenerare. Il divenire cristiano, il vivere da cristiano comincia con un’azione di Dio, è soprattutto un’azione sua, ed io mi lascio formare e trasformare. Il deserto è la nostra fatica di lasciarci trasformare dallo Spirito in figli di Dio.

 


 

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