La passione del Signore e la risurrezione ci mostrano due vite: l’una è quella che sopportiamo, l’altra è quella che desideriamo. Può ben darci l’altra vita colui che si degnò di sopportare per noi questa.
Con ciò egli mostrò quanto ci ama, e volle che credessimo che ci darà un giorno i suoi beni, dopo aver voluto dividere con noi i nostri mali. Noi siamo nati; è nato anche lui: e poiché siamo destinati a morire, anche lui è morto. Ecco le due cose che noi conoscevamo in questa nostra vita: il principio e la fine, il nascere e il morire; nascendo, incominciare a patire; morendo, partire per una meta incerta.
Queste due cose conoscevamo: il nascere e il morire: cose che abbondano nella regione nostra. La regione nostra è la terra; la regione degli angeli è il cielo. È venuto dunque il Signore nostro a questa regione da un’altra regione: alla regione della morte dalla regione della vita, alla regione della sofferenza dalla regione della felicità.
È venuto a portarci i suoi beni, e ha sostenuto pazientemente i nostri mali. Portava i suoi beni nascostamente, sopportava i nostri mali apertamente; compariva l’uomo, si nascondeva Dio; compariva l’infermità, si nascondeva la maestà; compariva la carne, si nascondeva il Verbo. Pativa la carne; dov’era il Verbo quando la carne pativa? Il Verbo non taceva, poiché ci insegnava la pazienza. Vedeva di là coloro che
sarebbero divenuti suoi, vedeva coloro che ben presto avrebbero creduto in lui, voleva
che fossero perdonati. (...)
Essi uccidevano il medico: il medico faceva del suo sangue un rimedio agli uccisori. Grande misericordia, grande gloria! Quale peccato non sarà stato loro perdonato, mentre fu perdonata l’uccisione di Cristo? Pertanto, carissimi, nessuno deve dubitare che nel lavacro della rigenerazione vengano rimessi assolutamente tutti i peccati, dai più piccoli ai più grandi; ecco un esempio e un documento solenne. Non c’è peccato più grave che uccidere Cristo: se anche questo fu perdonato, che cosa rimarrà nel credente battezzato da perdonare?
Ma consideriamo la risurrezione di Cristo, carissimi; poiché, come la sua passione significava la nostra vecchia vita, così la sua risurrezione è il simbolo della nuova vita. Perciò dice l’Apostolo: «Fummo consepolti con Cristo per il battesimo della morte, affinché, come Cristo è risorto dai morti, così anche noi camminiamo in novità di vita» (Rm 6,4). Hai creduto, sei stato battezzato: è morta la vita vecchia, è stata uccisa sulla croce, sepolta nel battesimo. È stata sepolta la vita vecchia, nella quale sei vissuto male: risorga la nuova. Vivi bene; vivi in modo da vivere; vivi così che, quando sarai morto, non abbia a morire.
AGOSTINO DI IPPONA, Disc. 9,1-3