“Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza» (2Cor 6,2); «Convertitevi e credete al Vangelo!» (Mc 1,15). Con questi due imperativi e in questa ora siamo chiamati ad accogliere l'azione misericordiosa di Dio e ritornare a Lui. L'imposizione delle ceneri è un gesto d'inizio, il primo, decisivo passo che desideriamo compiere verso la Pasqua. Sulla via indicataci dal segno fragile e debole delle ceneri, che dicono la vera condizione dell'uomo e insieme il desiderio di un pentimento sincero, ci si deve lasciar rinnovare il cuore, altrimenti non cambia nulla. Sobrietà, austerità, astinenza sono il mezzo per vincere le nostre sazietà, che rischiano di renderci insensibili agli appelli di Dio e alle necessità dei fratelli. Per il cristiano il digiuno è disponibilità al Signore e alla sua Parola, è dichiarare a se stessi qual è l'unica cosa necessaria. Il digiuno è un gesto profetico nei confronti dei tanti bisogni e delle nuove insoddisfazioni che ci creiamo; esso significa ricercare l'essenziale, affidandosi umilmente al Signore, creando nella propria interiorità spazi di risonanza alla voce dello Spirito. Il digiuno perciò esprime la conversione del cuore, dice che bisogna cessare di considerare se stessi come centro e valore supremo; con esso si vuole riaffermare il primato dell'amore verso Dio e verso il prossimo. Il digiuno cristiano esige la presenza del Signore, senza del quale le opere dell'uomo sarebbero un'autoglorificazione; digiunando, la Chiesa esprime la propria vigilanza e l'attesa del ritorno dello Sposo. Il digiuno non si fa per risparmiare ma per amore di Dio; un amore che si fa preghiera, sollecitudine per il prossimo, solidarietà con i più poveri. Carità fraterna, preghiera, digiuno; questi tre elementi sono indicati dal Signore Gesù come i mezzi concreti che rendono salda la fede, che mostrano la sincerità del cuore. Le ceneri dicono anche il grigiore della nostra vita; il tempo della Quaresima è anche il tempo in cui ci viene donato un dinamismo nuovo per dare colore al nostro mondo, per dare smalto al grigiore dei nostri giorni. “Io faccio nuove tutte le cose”(Ap 21,5), ci ricorda il Risorto. Può accadere anche per me che nel ritorno al Padre cominci la risurrezione e germogli la vita vera. |