«La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo Evangelii Gaudium, 278
Abbiamo vegliato questa notte; siamo andati alle sorgenti della vita: nelle acque del Battesimo siamo stati immersi nella morte del Signore Gesù per risorgere con lui; nel pane e nel vino dell’Eucaristia ci siamo nutriti della vita di Cristo, della sua gioia per la libertà donataci e per la nuova possibilità di vivere nell’amore e nel servizio. La luce che nessuna notte potrà oscurare ci ha illuminati; la parola ha riempito di vita e di amore la nostra esistenza, che si è ancora immersa e nutrita del pane della memoria e della condivisione; abbiamo accolto l’invito ad andare a condividere con altri l’annunzio gioioso della vita nuovo nel Crocifisso Risorto. La Pasqua non è un ciclico ritorno ad un inizio inscritto nella natura; è un balzo verso il futuro, una spinta a rendere possibile quel mondo che il Cristo non solo ha promesso e fatto intravvedere, ma che attivamente ha messo in opera anche per il nostro oggi, per una trasformazione che dia speranza al mondo degli uomini. Proprio quando tutto sembrava finito, proprio quando tutto sembrava perso e il fallimento aveva inghiottito tutte le speranze, proprio allora avviene l’impossibile. «Chi ci rotolerà via il masso all’ingresso del sepolcro?», dicevano le donne lungo la strada che li portava a quel sepolcro dove avevano deposto il corpo morto del loro amico Gesù. Pesava quella pietra sul loro cuore, assieme a tutto quello che precipitosamente era successo in quei giorni … Ma il masso è stato rotolato via, il sepolcro è spalancato, non c’è più il corpo di Gesù! Incontrano un giovane dalle vesti luminose e dalle parole inaudite: “Quel Gesù che cercate non è qui, è risorto e vi precede”. Questa è la Pasqua; incontrare il Vivente non dove lo cerchiamo noi, ma dove ci conduce Lui, dove Lui vuole incontrarci. Il nostro Signore non è un Dio mummificato e cristallizzato; è il Signore delle Pasque, dei passaggi, degli incontri, del futuro … è il Cristo che ci invia sulle strade, nelle case, persino nei luoghi meno ospitali per portare la certezza che l’amore è più forte di tutto, che la speranza è la vita degli uomini, che il futuro è già iniziato e che la forza del seme deposto nella terra esplode nella vita nuova e moltiplicata. Pasqua è questo sobbalzo di vita, è il coraggio e la gioia di cercare il Risorto non tra le mura fredde di una tomba, ma nel vortice della storia e degli avvenimenti, nella vita giornaliera, nella nostra Galilea della quotidianità. Per noi impauriti da ciò che sta accadendo, smarriti di fronte all’impossibilità di continuare con stili di vita che ormai ci erano abituali, per noi è l’annuncio di un amore che è più forte della morte, della cattiveria e della violenza. Gesù, il crocifisso risorto, è «il nome della speranza cristiana». È lui che cerchiamo al di là e nelle nostre croci, insuccessi, delusioni; è lui che ci invita a vincere la paura, e a fidarci dell’amore, leggendo la croce con gli occhi di Dio. È questo Signore vivo che ci converte alla vita ed insieme ci manda, ci smuove il cuore e i piedi, ci apre gli occhi e ci sospinge sulle strade perchè a tutti arrivi l’annunzio che la morte è stata vinta dall’amore, dalla vita. È La Pasqua del Signore, l’inizio del nuovo, il compimento delle attese e il cominciamento del nuovo, l’inizio della nuova creazione.
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