Quando Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto “per essere tentato dal diavolo” (Mt 4,1), non va tanto per fuggire il mondo, ma per combattere l’Avversario e inaugurare così quella lotta che poi attraverserà tutta la sua vita pubblica e giungerà al culmine nel momento pasquale (cf. Lc 4,13).
Desideriamo seguire Cristo in questa volontà di lotta per giungere anche noi alla Pasqua: l’esperienza delle tentazioni, della prova, a cui anche noi siamo sottoposti, è parte costitutiva del combattimento spirituale che attraversa l’intera vita del cristiano.
Il nemico è principalmente dentro di noi: sono i pensieri, ossia tutto ciò che distoglie l’uomo dal ricordo di Dio e lo spinge al peccato, l’attaccamento alle cose, ossia il pensare che la salvezza e la gioia ci vengono dal possesso, e poi … l’ingordigia, l’avarizia e la vanagloria, precisamente le tentazioni subite da Gesù nel suo deserto quaresimale.
Siamo ricondotti così al gesto fondatore della quaresima: lottare prima di tutto contro noi stessi e contro ciò che in noi ancora appartiene all’Avversario.
Forse, anzitutto, proprio sul piano della violenza. Il linguaggio combattivo, così presente nella tradizione biblica e cristiana, vuole metterci sull’avviso: vale per ciascuno l’invito a convertirsi, a ritrarsi “dalla violenza che è nelle sue mani” (cf. Giona 3,8), guardandosi dalla tentazione di attribuirla solo agli altri. Poiché il male e la violenza dilagano nel mondo, è facile pensare che altri ne siano responsabili, che altri siano i violenti, che altri debbano convertirsi: se potessimo sbarazzarci di loro, tutto andrebbe bene…
Occorre prendere molto sul serio la lotta contro di sé, entrare nel deserto e nel silenzio per comprendere veramente, alla luce della Parola e della preghiera - il solo pane che nutre - che la violenza, il male, il marciume che c’è negli altri è anche in noi… E non c’è nessun’altra soluzione che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappar via il nostro marciume, il nostro cuore malato ed egoista. Non si può migliorare qualcosa nel mondo senza aver fatto prima la nostra parte dentro di noi.
“Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro”(Messaggio del santo padre Francesco per la quaresima 2015).
La quaresima non è un tempo di debole vigliaccheria; è invece un tempo digrazia, un momento favorevole (cf. 2Cor 6,2) offerto da Dio ai credenti perché, lasciando cadere la propria arrogante autosufficienza e affidandosi alla misericordia di Dio, entrano in questa lotta beata, dove anche ogni preoccupazione di vincere è già completamente deposta nelle mani dell’Onnipotente, al quale apparteniamo sempre.
PREGHIERA
Qual è lo spirito che deve animare la nostra ricerca di relazione con il Padre tuo, di solidarietà
con gli altri, di recupero di un’armonia perduta grazie alla fame della Parola e al digiuno
da ogni male?
È davanti a Dio e solo per lui
che tu ci chiami a compiere le opere quaresimali.
È nel segreto, senza alcuna ostentazione,
che ci convinci a pronunciare parole e a fare gesti che recano unicamente il contrassegno dell’amore.
La settimana in parrocchia
Mercoledì Digiuno e astinenza dalle carni
ore 19.00 Celebrazione delle ceneri
Giovedì
ore16.00/18.00 Adorazione Eucaristica
ore 19.30 In ascolto della Parola
Venerdì ore 16.00 Catechismo
ore16.00/18.00 Adorazione Eucaristica
ore 18.00 Via crucis e S. Messa
Sabato ore 16.00 Catechismo - Incontro Giovani e Giovanissimi
ore 20.00/22.00 Adorazione Eucaristica
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