Il messaggio della liturgia è oggi questo: Dio vuole porre la sua dimora in mezzo agli uomini. La vera casa di Dio è dunque l’umanità, in quanto egli si rivela signore della storia e salvatore. Gesù sarà il volto di questa volontà e di questo progetto di salvezza. È una questione di alleanza e di fedeltà: le pietre vive della dimora di Dio sono coloro che accettano la sua alleanza e rimangono a lui fedeli, coloro che dicono sì al suo progetto e accettano di farsene collaboratori. Il mistero nascosto per secoli è ora rivelato proprio da Gesù: fare dell’umanità il tempio di Dio, la dimora della sua presenza e della sua misericordia.
Il vangelo indica in Maria e Giuseppe le prime pietre vive della casa di Dio fra gli uomini: con il loro sì incondizionato danno inizio ad una storia nuova dell’umanità, la storia di una collaborazione tra Dio e l’uomo, una storia di salvezza che Gesù porterà a pienezza.
Il richiamo all’iniziativa di Dio nella prima lettura elimina ogni forma di pretesa di autosalvazione da parte dell’uomo: a Davide che vuole edificare un tempio per dare a Dio un centro visibile e materiale di culto, e che si presenta come protagonista, Dio stesso ricorda che è lui il vero costruttore.
Alla domanda di quale sia lo scopo dell’agire di Dio nella storia degli uomini risponde la seconda lettura: nella persona e nella vita di Gesù Cristo si rivela il piano misterioso di Dio, la volontà di raccogliere gli uomini in un’unica famiglia.