La nostra maturazione umana e cristiana ha bisogno di riferimenti chiari e di criteri di giudizio per le nostre scelte.
Spesso situazioni di smarrimento e di colpa o le difficoltà della vita ci immergono nell’angoscia e nel disorientamento: è come se la terra sotto i nostri piedi si sgretolasse. La fede in Gesù salvatore può darci quel fondamento stabile su cui ancorare noi stessi e le nostre relazioni. In quei momenti la presenza piena di amore di Colui che viene a salvarci può avvolgerci e donarci la libertà di una speranza che non delude. A questo sguardo di speranza invita la liturgia di questa prima domenica di Avvento.
Il vangelo esorta alla vigilanza: a ciascuno è stato affidato il suo compito, il cristiano che vive nell’attesa del Signore non è dispensato dall’agire nella storia, affinché la sua venuta non trovi gente addormentata e indifferente. La salvezza è dono e responsabilità, impegna a resistere alle forze del male.
Carica di speranza è anche la prima lettura: il ricordo dei benefici del Signore può generare fiducia e trasformarsi in invocazione perché Dio si renda presente nel suo popolo come liberatore e salvatore, come padre e redentore. Anche la seconda lettura esorta alla fiducia e alla fedeltà: l’attesa che Dio si manifesti può agire come forza che conferma nella fede, nella certezza che Dio continuerà a sostenere il suo popolo.